Tema affascinante quello di Rivalta, perché è evidente una forte vocazione latente. È un contesto che ci è subito apparso come un ambito urbanistico stimolante, che non si limita solo strettamente ai limiti fisici del suo toponimo, né a essere la località celebre per le rovine disperse di una utopia illuminista ambiziosa quanto fuori dal tempo. La sua ricchezza consiste in una struttura complessa di componenti rurali e urbane che stabiliscono fra loro relazioni così interessanti da definire una unità semantica significativa sotto il profilo di un nuovo modello di insediamento proprio della nostra epoca. Abbiamo subito pensato che il disegno di un parco estense fosse una organizzazione complessa di iniziative di recupero e di valorizzazione di emergenze monumentali in una realtà molto ricca. Rivalta si presenta come una risorsa con una nuova potenziale qualità di centralità nella dinamica di trasformazione della città di Reggio Emilia e al contempo come un’area fragile, con una tendenza di perdere rapidamente questa sua aura. Come non vedere che questo è un quartiere del nostro tempo, che solo sentendone questa sua necessità di essere tale questo contesto può essere sottratto alla fragilità del suo mirabile equilibrio fra pieni e vuoti e giocare un suo destino, invece di corrompersi lentamente in un carattere periferico?
Rivalta (RE)
2008
Michelangelo Pugliese con Renato Bocchi (IUAV, coordinamento generale), Franco Zagari, Vincenzo Gioffrè, Giovanni Laganà, Cristiana Costanzo e Alessandra Romeo